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Giuseppe Ungaretti: Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
PARAFRASI:
Mancano due giorni a Natale e trascorro questa notte in trincea, accanto al mio compagno morto la sua bocca è aperta in un ghigno di sofferenza e il suo ultimo sguardo è rivolto alla luna. La rigidità e il gonfiore delle dita lasciano un profondo segno di sgomento in me, che,ammutolito, non posso che restare accanto a lui. Allora sento la forza della paura che urge con prepotenza nel mio cuore e nella mia mente e scrivo lettere piene d’amore ai miei cari. Qui,di fronte alla tragedia della morte,avverto di non essere mai stato così attaccato alla vita.
COMMENTO:
I versi di questa poesia descrivono una notte passata dal poeta al fronte accanto al corpo di un compagno ucciso, con il viso sfigurato dal dolore, le mani irrigidite nella morte.
La reazione del poeta è una ribellione disperata al destino di morte, un prorompente sentimento di attaccamento alla vita: non solo alla propria vita personale, ma a quella che è un bene comune, un diritto fondamentale di tutti gli uomini.
"Con le labbra ritratte in modo da mostrare i denti in una sorta di smorfia feroce",
"Il gonfiore e il colore violaceo delle mani, provocati dalla morte", sono immagini sconvolgenti, penetrate profondamente nell'animo del poeta.
Spero ti sia stata d'aiuto!.